Un amore impossibile by Giorgio Severi (4ª puntata)
“Basta. Non tormentarmi piu’. Tra noi e’ finita. Flavio”. Finiva così il primo sms del Nokia di Rocco. Di seguito un altro che continuava la frase di prima:”….è il mio unico amore”. Un inverno travagliato, frutto di tanti malintesi e di un amore oramai agli sgoccioli. E poi la lontananza, lui sempre all’avventura, sempre in cerca di nuove mete. Matilde invece mai una vacanza, oddio non è che non fosse benestante, ma i tre negozi d’abbigliamento nel centro storico di Roma la tenevano troppo impegnata. Soprattutto quello in Via di Ripetta che negli ultimi sei mesi aveva avuto un boom di entrate.
Il nome di “Vogue Fantasy” era su tutti i giornali di moda italiani; la nuova linea di abiti da donna poteva contare su diversi testimonial di fama internazionale, uno su tutti Maurizio Costanzo. Quell’inverno lì la pubblicità occulta imperversava sul piccolo schermo, cosicchè l’amicizia che legava Matilde al numero uno di Mediaset sfociava in questi favori non troppo regolari. Striscia la Notizia era già intervenuta sull’accaduto. E tutto questo tourbillon che vedeva ripetere in continuazione Vogue Fantasy non aveva fatto altro che aumentare le richieste dei capi dei negozi della bella signora romana. L’amicizia che legava Costanzo a Matilde era vecchia di circa 25 anni, di quando Maurizio era suo ospite nella villa dei genitori ad Ansedonia. Ma chi era Flavio? Flavio Disetti, classe ’51, due anni in meno di lei, affermato general manager della Jaguar Italia.
Conosciuto durante un party ai Giardini Naxos nell’Estate del ’95, una di quelle estati senza Rocco e il suo dolce garbato modo di esistere. La storia di Matilde e Rocco nasce nel ’67 a Saint Tropez e fu subito amore. Due figli, Tommaso e Felicia, una vita di coppia vissuta negli ambienti della Roma bene in inverno ed in giro per il mondo nella bella stagione. L’età, gli affari, cosè che ti mettono un bastone tra le ruote e ti rendono pigro e stanco di comportarti come in gioventù. E poi quella passione della moda iniziata da ragazza, quasi per gioco, poi diventata fondamentale per sentirsi indipendente dai soldi di Rocco. La famiglia Piccolomini, di chiare origini toscane, viveva di rendite e i lavori coperti dal nucleo familiare erano un modo per integrarsi con il mondo, anche se i soldi non mancavano.
Rocco, ultimo di tre fratelli, aveva vissuto il ’68. Gli mancavano pochi esami per finire l’università, ma la scelta di vivere la vita l’aveva reso l’anarchico di casa. Una vita da anarchico, una voglia di non dipendere da nessuno, che a metà degli anni ’90 tornò più forte di prima. L’amore tra Matilde e Flavio inizio proprio da quella sera e non si fermò più. Rocco scoprì dei tradimenti di sua moglie a gennaio dello scorso anno. Ma non se ne curò. Lo immaginava, come del resto Matilde non era estranea alle avventure del marito. L’inverno dopo fu assai turbolento. Da “Alberto”, noto ristorante all’Esquilino, ricordano ancora a distanza di qualche mese i bicchieri e i piatti che volavano a destra e sinistra. Ci fu un alterco violento tra i due coniugi che fini con la fuga di lui a Santa Marinella alla casa al mare. Ma a distanza di mesi Matilde non aveva smesso di tormentare i suoi sogni. Era pur sempre la madre dei suoi figli e quasi a sessant’anni, 57 per l’esattezza, tutto poteva accadere che separarsi dalla donna, non l’unica, della vita.”Flavio è il mio unico amore”. Quelle parole gli lacerarono il cuore.
-continua-