Ciao Zilia, ciao Alberto
Sono giorni difficili questi per i Pilarellai, sopratutto per chi e’ cresciuto al Molo. Ieri se n’e’ andato all’ eta’ di 51 anni Alberto Landini. Nato in Via Iacovacci, e’ cresciuto fra il Giardino, il Molo ed il Siluripedio. Uno dei ragazzi degli anni ’60. Gia’ da piccolo lo chiamavano Albertone, vista la sua altezza superiore alla media. Nell’ infanzia amico intimo di Andrea di Bono, vivevano nello stesso stabile, ed adolescenza fianco a fianco di Fiorenzo il Macellaio. Tanto era grande cosi’ era buono. Non avrebbe fatto male ad una mosca. Grande Pilarellaio, anche se l’unico palio fatto e’ stato con il Valle, negli anni della giovinezza non mancava mai alla sfilata. Capitano di lungo corso, da molti anni lavorava in Cina. Sei mesi a bordo e tre a casa. Proprio di recente mi diceva che ci stava bene ed ormai era conosciuto da tutti. Penso che oggi tutto il Molo sia vicino alla moglie, al figlio, a Pietro e alla mamma. Proprio all’ alba e’ invece mancata Zilia Terramoccia. Zilia e’ stata un’ istituzione per il Molo. Figlia di Zeurino e Teresa Loffredo era sposata con Tommaso Costanzo, mancato 8 anni fa. Sorella di Publio, il poeta, e’ stata la sua vera musa ispiratrice. Quasi tutte le sue canzoni sono nate dopo suggerimenti ed idee trasmessagli dalla sua cara sorella. I due sono sempre stati legati da un grandissimo amore. Io, che al Molo ero di casa, la ricordo con grandissimo affetto. Fin dalla mia infanzia, quando la andavo a trovare con la mia nonna. Ricordo che mentre loro stavano a parlare io rimanevo incantato a vedere la casetta metereologica che aveva appesa in cucina. Un regalo di Nino. Se il tempo era pioggia usciva l’ ometto con l’ ombrello, se era bono era vestito leggero. Ai miei occhi di bambino era magia. E poi la bambola Matriosca. La prima la porto’ Nino dalla Russia. Negli anni ’80 Zilia era diventata un po’ la Marta Marzotto del Molo. Il suo salotto era pieno di amiche che passavano i pomeriggi con lei. E poi le Estati sul balcone. Ogni volta che solo, o con mia moglie , passavo di sotto non potevo mancare di alzare gli occhi e scambiare due chiacchere. Si lamentava sempre del caldo. Poi l’ ultima estate non la vedevo. Chiesi a Mara e seppi che non stava tanto bene. Da oggi non c’e’ piu’ e credetemi, non e’ la solita retorica, un pezzo di Molo, quello del 35,se ne va con Lei. Sappiamo pero’ che quando arrivera’ in cielo non sara’ sola, perche’ Nino e’ gia’ li’ accanto a San Pietro che la aspetta, con in mano il piu’ grosso gelato che ci sia.
un pilarellaio