Il Palio al murello: L’abbigliamento
Se qualcuno di voi ha visto foto in bianco e nero di palii oramai lontani anni luce si è accorto che non potevano mancare la cannottierina di lana, il sandalo o la ciabatta, il cappelllino con la nappetta anche quello rigorosamente di lana e i calzoncini corti altezza metà coscia. E’ difficile distinguere un vogatore degli anni quaranta da uno degli anni sessanta o settanta, se non per le pettinature. Quello che veniva indossato era simile in quasi tutte le sfilate. Nike, Slam, Adidas, Puma, Sergio Tacchini, Diadora, Lacoste: è arrivata l’era del consumismo ed è cambiato anche il modo di vestirsi. Ora per il guardaroba tra Palio e Palietto non basta il contributo del Comune. Per cinque paia di scarpe “da ginnastica” si superano le 500 euro e immaginatevi cosa si può spendere per tutto l’abbigliamento. La politica dei rioni fino a qualche anno fa era di acquistare in paese, anche perchè la formula del “pagherò” ci permetteva di arrivare ad agosto, incassare l’accatto e il tesseramento, quindi saldare i conti. Ora che le casse rionali stanno sufficientemente a posto si cerca di guardarsi attorno. Si può spendere subito con il vantaggio a volte di risparmiare cifre considerevoli, vista l’era di internet che ha ridotto le distanze ed i tempi di consegna. Come mai ora si preferisce la formula “pago subito altrove” invece del “pagherò in paese”? La mentalità dei nostri commercianti, visti i tempi che cambiano e quindi la concorrenza che non si limita ai soli punti vendita di Porto S.Stefano, è rimasta ferma al secolo scorso. Dato che processioni e sfilate hanno sempre attirato tutta la popolazione nel conoscere i propri beniamini e la curiosità di vedere come sono vestiti, sono sempre state un ottimo veicolo promozionale per le attività del luogo. Una vera e propria passerella. Ora non ci sono praticamente più contatti (escluso qualche caso) tra negozianti e rioni come se tanto siamo obbligati a passare da loro e quindi ad acquistare in paese il vestiario. Ma, come detto, gli acquisti si fanno altrove ed in questi anni ad aprile o a maggio non ho mai visto cataloghi di prodotti presentati ai capitani, ne tantomeno sconti considerevoli vista la vetrina che il palio occupa nel mese di agosto. Ci dispiace, ma questa è la realtà delle cose.