venerdì, Novembre 15, 2024
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Uno dei grandi

Un altro pezzo storico del palio marinaro dell’Argentario ci ha lasciato. Valentino Pucci vera icona vallaiola si è spento poco fa. Che dire di lui? E’ stato come Helenio Herrara nel calcio. Quello che per primo ha dato importanza ai timonieri, così come il Mago agli allenatori. Prima di lui Bazzino e Nino Spalletta erano stati grandi si, ma Valentino ha dato quel qualcosa in più. Primo timoniere a vincere la Coppa d’oro, con un equipaggio fantastico, un mix di forza e spregiudicatezza. Per Valentino erano tutti figli. Per noi Pilarellai è stato forse il primo “nemico”. Croce e delizia. Croce perchè ci ha battuto tante volte, ma anche delizia, quando sbagliava gavitello e se ne tornava alla Sipa. Difensore dell’Argentario calcio prima e dopo la guerra, guardiano del Campo per tantissimi anni, guardava le partite dietro la rete di recinsione, pronto a scagliarsi contro l’ arbitro. Uomo affabile con tutti, gestì il club in Via Cappellini per tante stagioni. Se il Palio ha perso interesse, sono sicuro che uno dei motivi è anche che non esistono più personaggi mitologici come Valentino Pucci. un applauso. [b]gianni[/b] ———————— [i]

In ricordo di Valentino pubblichiamo l’articolo datato 15 Aprile c.a. sui Grandi Rivali della Pilarella.[/i]

Cari amici ben trovati a questa nuova puntata che ci porterà a conoscere meglio quello che per tanti anni è stato definito il nemico numero uno dei Migliori, colui che è riuscito nel 1958 a farci rimanere in gola la prima coppa d’oro: Valentino. Nato nel 1918, la sua vita è passata tutta al servizio del rione Valle. Prima e dopo la seconda guerra mondiale è stato anche uno dei migliori giocatori della locale squadra di Calcio, diventando in seguito guardiano del campo e gestore del Circolo Sportivo in Via Cappellini. Nel 1958, anno in cui partecipò al suo primo palio, il Valle aveva vinto un solo palio nel lontano 1939, e si presentò al via non certo con i favori del pronistico. Ma vinse, chi dice di forza, chi con l’aiuto della cellulosa, chi con la modifica delle pedane, ma se anche questo fosse vero, io lo considero un vero colpo di astuzia. Gli altri non se ne sono accorti, quindi semmai la colpa è la loro. Valentino all’età di 40 anni vinse il suo primo palio indossando una maglia blù con colletto bianco e nel centro, dove il cuore, lo scudetto del rione, maglietta che avrebbe idossato in tutte le edizioni a seguire. Media statura, magro, baffetti alla Clark Gable come simbolo. Più che un bravo timoniere, faceva valere la sua astuzia, il suo saper fare gruppo, caricare l’equipaggio quando era giù, farlo volare basso quando era troppo sicuro di se. Difficilmente Valentino sbagliava in questo campo. Ha sbagliato qualche volta, per nostra gioia, gavitello. O girava prima, o lo prendeva su gabbiano. Una cosa non li riusciva: non sapeva perdere. Alcune volte, ormai staccato, dopo la girata al largo, prendeva la via della Sipa senza ascoltare i rionali invipereti. Ma a Valentino tutto era permesso. Vinse anche nel 1961 e 62. Nel 66 iniziò il grande trittico che portò alla prima vittoria della coppa d’oro nel 1968. Tra gli equipaggi che hanno vinto questo effimero trofeo io, che non sono di parte essendo Pilarellaio, considero quel Valle il più grande di tutti. Valentino se poteva sceglieva sempre vogatori vallaioli, ed è stato un grandissimo scopritore di talenti. Nel 1972 accantonato dal suo rione accettò l’invito della Croce come preparatore dell’ armo e con il passare dei giorni decise di prendere tutto in mano e di sedersi sulla poppa. Unica condizione non partecipare alla sfilata e di non indossare i colori bianco rossi. Valentino vinse anche quel palio. I vallaioli non lo considerarono un tradimento, per loro tradire è solo vestire i colori del Molo. Tornò alla casa madre nel 1977 vincendo di nuovo, e l’anno seguente, l’anno dello scontro battuto il 16, dopo che il giono prima non li fermavano neanche le cannonate. Partecipò al suo ultimo Palio nel 1979 all’età di 61 anni. Onore a Valentino, uomo di sport.