Il Palio al murello: I soldi
Fare il Palio per soldi. Quanti ci sono che lo fanno? Magari non lo fanno solo per quello, ma se c’è è molto ma molto meglio. Non si sà da quando il denaro sia entrato prepotentemente sulla scena, ma è riconosciuto che diversi ingaggi, specialmente in questi ultimi anni, sono stati stipulati anche grazie ad accordi economici. Il Rione Valle ha sempre consegnato la busta la sera del 14 agosto ai propri ragazzi. Forse tutto ha inizio da lì. Ma vorrei spezzare una lancia a favore dei cari nemici “meridionali”. Di fronte ad un mese di dura ed intensa preparazione (si parla degli anni ’60, forse) ripagare i ragazzi con un corrispettivo in soldi visto il tempo e il sudore sprecato è il minimo che si poteva fare. Chi andava al Valle sapeva che il 14 a sera sarebbe arrivata la busta, ma era tutto di guadagnato e quello che c’era dentro per niente pattuito. La Pilarella ufficialmente ha spesso e volentieri fatto regali ai propri ragazzi, ma su quello che accadeva negli anni ’90 (almeno nella prima metà) io personalmente non sò niente. Se si esclude il Palio del 2000, dalle casse del rione mai una lira a favore di vogatori. Ora i tempi sembrano essere cambiati. Pare che per fare un Palio non bastano più stimoli e motivazioni. Anzi, a volte questi proprio non ci sono, e non si sà perchè dall’oggi al domani chi si era dichiarato “non eleggibile” tutto ad un tratto cambia completamente il parere. Se si vanno a studiare i bilanci rionali non c’è un euro che esce fuori. Probabilmente qualche consigliere, o meglio, alta carica rionale, trova il modo di elargire qualcosa. A Siena tutto gira intorno al soldo. Il Palio dei cavalli non è mai lasciato al caso, ma è una gara già scritta in partenza. A meno che non ci sia lo scosso che fa saltare tutto il banco. Quando nel ’97 la Giraffa fece “cappotto”, i contradaioli si ritrovarono in piazza esultando dalla gioia. I dirigenti, invece, sorridevano forzatamente, visto che le casse della contrada erano vuote per il Palio vinto a luglio e dover sborzare ulteriori soldi non giovava di certo a nessuno. Se la Torre in questi ultimi anni e il Bruco anni addietro non vincevano è perchè si erano inimicati tutta la piazza per promesse economiche non mantenute. Ogni fantino a Siena è stipendiato dalle contrade, poi ci sono quelli ingaggiati all’ultimo momento. La sera della Cena della Prova Generale il Capitano della contrada comunica al fantino i soldi che ha a disposizione per giocarsi le sue carte. Insomma il denaro comanda tutte le strategie. E quando il denaro entra in un ambiente, difficilmente ci se ne libera. Guardate l’Argentario Calcio che dopo aver vissuto il periodo gioielliere di Arezzo ha perso tanti ragazzi perchè non venivano più pagati. E i risultati non sono più arrivati. La pallacanestro invece a Porto S.Stefano non ha mai dato soldi. Chi ha sempre giocato lo ha sempre fatto per puro divertimento e attaccamento ai colori sociali. Mai acquistati cartellini di giocatori oltre Cachino. Solo allenatori da Grosseto per creare il movimento. Tornando al palio ora troppo spesso si sentono vogatori che dicono “Ci vò solo se mi pagano”. Cosa è meglio fare? Mandarli direttamente a quel paese o accontentarli se vale veramente la pena?