Ad ogni vittoria la sua estate: 1960
Amore amore amore
io sento un tuffo al cuore con te
Co-co-ccinella
Amore amore amore
ti prego per favore
togli quel vestito
ed uno più pulito
vatti a mettere per me.
Tu mi piaci di più
se non ti vesti di blu
e metti quella gonna
che ti stava tanto bene
oh coccinella
Co-co-ccinella
non far più la barboncella
non vestirti di blu
Co-co-co
Tu sei come un whisky
io mi sbronzo di te
ma tu togli quel vestito che fa tanto schifo
a me
oh Coccinella
Co-co-ccinella
non far più la barboncella
non vestirti di blu…
Il 1960 vede il grandissimo successo del cantante Ghigo, con questo brano che è tra i primi Rock&roll di ampio riscontro nel nostro paese, la canzone Coccinella. E’ rimasta celebre anche per il tema decisamente inusuale, sopratutto per i tempi. Infatti il testo e il titolo è rivolto al noto travestito e poi transessuale francese Coccinelle, protagonista nel 1959 del primo clamoroso cambiamento chirurgico di sesso.
Dopo la vittoria nell’anno precedente, vittoria talmente entusiasmante che poneva le basi ad una conferma dell’equipaggio, la Pilarella cambia invece tutti e cinque gli uomini. Intanto c’è da registrare l’imbarco della Copietta con la Croce. Il consiglio del Molo da invece di nuovo fiducia a Toretto, e lo incarica alla formazione dell’equipaggio. Il nostro sceglie ben tre esordienti, tutti Pilarellai, più un quarto reduce da un esperienza non proprio fortunata con il rione Croce l’anno precedente. Pilarellaio pure lui. Ma eccoli:
Timoniere: Loffredo Tommaso detto Tommasino
Capovoga: Castriconi Salvatore
Secondo reme: Benedetti Franco detto Fafà
Terzo reme: Bocchia Mario detto di Carmelina o Occhi di gatto
Quarto reme: Galatolo Stefano detto Paganini o Zanna.
Equipaggio giovane e di potenza, che vince con estrema facilità, bensì fino alla prima girata fuori (ricordiamo che dal 1958 le girate sono 9), c’è un grande equilibrio. Siamo alla seconda vittoria di fila. Altro match point per la Coppa d’oro. Ma veniamo da 6 successi in sette anni, vinciamo due anni di fila con due equipaggi completamente diversi (cosa che prima e dopo non è mai più successa) e siamo sicuri che questa volta non ci sfuggirà.
Il 21 Agosto Mario Riva, al secolo Mariuccio Buonavolontà, all’apice della sua carriera ed amatissimo dagli italiani, mentre stava facendo delle prove di una rappresentazione teatrale all’Arena di Verona dove sarebbe dovuto andare in scena portando una torcia finta che sembrasse quella olimpica, non si avvide di una botola aperta sul palcoscenico e vi cadde dentro riportando numorose fratture molto gravi. Morirà alcuni giorni dopo. L’artista era molto conosciuto anche a Porto Santo Stefano, dove veniva in villeggiatura con la Moglie, attrice anch’essa, Diana Dei e il figlioletto Antonello, e si dice che aveva già messo il suo nome su un attico in costruzione in Via Del Molo.
Intanto alla fine di quella estate in America iniziano i 1000 giorni di Kennedy.
Porto Santo Stefano è ormai meta ambita dai personaggi che contano. Il golfo è solcato da numerosi motoscafi Riva con a traino ragazzi e ragazze che fanno lo sci nautico. Reali e principi, personaggi della politica e dello spettacolo scegliono le località del promontorio e ci portano nelle paginate delle riviste d’epoca, Oggi, Gente, Stop, Epoca. I ragazzi indigeni cominciano a frequentare le giovani villeggianti e nascono le prime storie d’amore estive, proprio come quell’anno canta Johnny Dorelli:
Quando i baci miei
tu rimpiangerai,
puoi tornar cherie a Montecarlo.
Questo nostro amor
puoi salvare ancor
oh cherie, con me a Montecarlo.
Rivedrai lo stesso mare
e la luna in cielo per noi brillare.
Torna qui da me,
tutto aspetta te:
è un eterno sogno Montecarlo!
Dopo l’imbrunir,
bella da impazzir,
splenderà di luci Montecarlo.
Un romantico passato
se torni non andrà perduto.
Non tardare più,
manchi solo tu,
oh, cherie, ritorna a Montecarlo.
Questa e altre canzoni in voga quella estate, suonava l’Orchestrina “Le Rose”, formata da 4 paesani, Rustichezza, Birbetta, Canapino, e il postino Antero Intruglia. Avevano un successo indescrivibile. Serate al Moletto, alla Caletta e anche fuori paese.
Quell’anno i successi furono Marina di Rocco Granada, Tintarella di luna e Una zebra a pois di Mina, Quando vien la sera, “vieni vieni son qua son qua” saltello “solo per teeeeeeee”. E inoltre It’s now or never (o sole mio) di Elvis, e la melodica il Mare di Sergio Bruni.
Alla Pilarella c’erano ben tre alimentari: Bice al Molo, Maria di Mirto dove ora c’è lo Sconciglio e Argene dove c’è Calzedonia. E c’erano clienti per tutti.
Il postale del Giglio ormeggiava ancora alla radice del Molo, e specialmente nei fine settimana veniva scoperto dai primi turisti. Toretto usciva di casa e sotto il portone salutava Telene che lo guardava dal finestrone. Da Chiodo lo stesso e Lei ricambiava. Così dove Giulia fino a quando salito a bordo salutava dalla prua dell’Aegiglium. Un grande amore.
Ad agosto fu inaugurato l’aereoporto di Fiumicino a Roma, Leonardo da Vinci, in concomitanza dei giochi olimpici. Protagonisti di quell’edizione furono Wilma Rudolph, Abebe Bikila il maratoneta scalzo, Berruti, Benvenuti e D’Inzeo. Raimondo.
Ci lasciano drammaticamenti due protagonisti di quell’epoca italiana: Fred Buscaglione e Fausto Coppi.
La hit parade il 13 Agosto vedeva questa top ten:
1 Il nostro concerto Umberto Bindi
2 Nessuno al mondo Peppino Di Capri
3 Impazzivo per te Adriano Celentano
4 Scandalo al sole Perey Faith
5 Il barattolo Gianni Meccia
6 Il cielo in una stanza Mina
7 Personalita’ Caterina Valente
8 Mule skinner blues Fendermen
9 Cinzia Tony Dallara
10 La gatta Gino Paoli
Quando sei qui con me
questa stanza non ha più pareti
ma alberi,
alberi infiniti
quando sei qui vicino a me
questo soffitto viola
no, non esiste più.
Io vedo il cielo sopra noi
che restiamo qui
abbandonati
come se non ci fosse più
niente, più niente al mondo.
Suona un armonica
mi sembra un organo
che vibra per te e per me
su nell’immensità del cielo.
Per te, e per me:
nel cielo.
Lennon-McCartney