Ad ogni vittoria la sua estate: 1963
La mattina dalla parte della Montagna si sta freschi e tranquilli anche se dalla parte del mare c’è un sole che batte forte e la vita che sembra un autostrada colma di promesse bellissime.
Certo sono arrivati gli elettrodomestici, la tivù, il frigorifero, ma in cucina della casa della nonna è quella radio, la stessa intorno alla quale si radunavano negli anni della guerra, che sprigiona l’allegria di una stagione irripetibile. Mia mamma è una giovanne donna alle prese con il bucato. In aria profumo di Tide. E la sua voce che cerca di star dietro a Neil Sedaka:
La terza notte di luna piena
A ritrovare gli amori perduti
Stanotte spunta la terza luna
T’aspetto amore sul lungo mare
Tornerai io lo so
Perché io credo al destino
Perché ancora io t’amo, t’amo, t’amo
La terza notte di luna piena
Stanotte o mai ti rivedrò
Stanotte spunta la terza luna
T’aspetto amore sul lungomare
Tornerai io lo so
Perché credo al destino
Perché ancora io t’amo, t’amo, t’amo
La terza notte di luna piena
Stanotte o mai ti rivedrò
Ti rivedrò.
Se devo scegliere il decennio più bello al Molo, senza ombra di dubbio, scelgo quello degli anni Sessanta. Sperando che in futuro ne vengano dei migliori.
Il turismo era in ascesa, ma ancora nella norma. E poi i turisti di allora era gente migliore a quella di oggi. Poi eravamo tanti bambini, che finita la scuola si ritrovava insieme a giocare dalla mattina alla sera. Molti paesani sono all’oscuro di cosa ci sia dietro i Palazzi del Molo. Praticamente un’altra via fatta di chiostre e passetti dove i bambini allora si ritrovavano a giocare a soldatini, a pallette o semplicemente a leggere i giornaletti. Una delle chiostre più frequentate era quella di Giusy. La lettura: Gurra di eroi e Collana eroica. Si stava all’ombra, aspettando l’ora per andare al Moletto a fare il bagno e magari raggiungere la boa a nuoto.
Ci eravamo lasciati al racconto del Palio Marinaro del 1960 e con il secondo match point per la Coppa d’Oro in mano. Non l’abbiamo sfruttato, altrimenti ve lo avrei già detto. Ma nei due anni precedenti al 1964, è successa una cosa drammatica. Nel Febbraio del 1961 fuori Capo Corso è scomparso Carlo Loffredo, tradito da una delle cose che amava di più: il mare. Il suo ricordo ci accompagna ancora oggi, e per ritornare a vincere dovemmo aspettare tre anni, con questo equipaggio:
Timoniere: Scotto Enzo detto il Gatto
Capovoga: Castriconi Salvatore
Secondo reme: Benedetti Franco
Terzo reme: Solari Giuseppe detto Peppone
Quarto reme: Galatolo Stefano
L’equipaggio che incominciò ad allenarsi alla consegna dei guzzi vedeva Mario di Carmelina al secondo reme e Fafà al terzo. Ma il 28 Luglio per Mario venne la chiamata d’imbarco sull’Agneta la barca di Agnelli, e visto che era in procinto di sposarsi, non potè rifiutare. Al suo posto imbarcò il giovanissimo Giuseppe di Avia che con soli 15 giorni di allenamento fece il palio. Il 15 era di una calma impossibile e fu una grande lotta con la Croce, che era in vantaggio fino all’ultima girata fuori. Fu a quel punto che Toretto chiese il “serra”. Dal centro una barca si sentì una flebile voce che diceva: “E’ dalla partenza che sto a fa r serra”. La spuntammo di pochissimo, e all’arrivo Nino, dallo sforzo, si sdraio’ sui banchi svenuto. In comune, Toretto in comune disse agli altri: “O, ragazzi, nantranno non prendete impegni che lo rifamo”. “Col cazzo… rispose Peppone con le mani insanguinate… a me non mi ci rivedi piu’…”
E’ l’anno in cui vengono a mancare due grandi personaggi: un emozione fortissima per l’assassino di Kennedy e una commozione grandissima per la morte di Papa Giovanni XXIII. Due uomini che erano indicati dalle folle uomini della speranza e uomini della pace.
Quell’estate si ballava il Twist di Chubbi Checher con “The twist” e “Let’s twist again” e Pat Boone con Speedy Gonzales. Ma anche la Mina di Tintarella di luna e Una zebra a pois, Edoardob Vianello con Guarda come dondolo e Peppino di Capri con St.Tropez twist. Ma il vero ballo dell’estate fu il Cha-cha-cha della segretaria cantato da Michelino e Luis Prima.
Irrompono sulla scena quattro ragazzi di Liverpool. Non è solo musica, divismo, moda o irrazionalità. Nasce la consacrazione della cultura di massa. “La quantità dell’ effetto e l’effetto della quantità come nuovo fulgidissimo oggetto di venerazione, lottava ancora con l’aristocrazia ormai vecchia e cieca venerazione dell’alta qualita” (Robert Musil lo aveva anticipato).
Da noi sarebbero giunti un po’ in ritardo, quell’anno intanto come successi avemmo: Come te non c’è nessuno e Cuore di Rita Pavone Se mi vuoi lasciare di Michele Baci di Remo Germani I tuoi capricci e la già citata La terza luna di Neil Sedaka Giovane giovane di Pino Donaggio e questa canzone di Gino Paoli:
Sapore di sale, sapore di mare
che hai sulla pelle, che hai sulle labbra
quando esci dall’acqua e ti vieni a asciugare
vicino a me, vicino a me
Sapore di sale, sapore di mare
un gusto un po’ amaro di cose perdute
di cose lasciate lontano da qui
dove il mondo è diverso, diverso da qui
Il tempo è nei giorni che passano pigri
e lasciano in bocca il gusto del sale
ti butti nell’acqua
e rimango a guardarti nella sabbia e nel sole
Poi torni vicino e ti lasci cadere
così nella sabbia e tra le mie braccia
e mentre ti bacio sapore di sale
sapore di mare, sapore di te….
“Dove il mondo è diverso, diverso da qui…”. Il mondo era diverso a Cala Piccola. Il turismo era miliardario. Tante americane. Noi quell’estate ci infiltravamo, con la scusa di andare a trovare due nostri amici che facevano i bagnini: Alfredino e Tanacca.
Intanto sulla Panoramica apriva il primo locale da ballo, stile night club. Si chiamava: Le Streghe del Mare. Era unico nel suo genere, perché si trovava scavato nella pietra e affacciato sul mare. Il mare di Cala Grande. Ad aprirlo fu la famiglia Bedini di Roma, con villa a Lividonia. Il bel mondo di Roma, molti venivano anche per la sola notte, ma anche la Santo Stefano che contava. E anche i giovani indigeni più svegli attirati dalle inglesine, altra caratteristica del locale, che erano chiamate a servire.
Intanto sotto l’egidia del sindaco Ettore Zolesi inizia al Siluripedio il Festival dell’Argentario. Spettacoli musicali, di prosa e commedie. Il meglio del cartellone, e le sere sotto i balconi del Molo è uno struscio di vestiti da sera e scialli.
Fellini presenta Otto e mezzo.
Visconti il Gattopardo
De Sica ieri Oggi e domani
Stanley Kubrick Il dottor Stranamore
Il libro dell’anno è Un amore di Dino Buzzati.
Lo scandalo è l’amore sbocciato tra Mina e Corrado Pani. Dopo la prima notte d’amore lui gli mandò un telegramma: “Mi sei rimasta dentro”. Sbagliò, doveva scrivere: “Ti sono rimasto dentro”. Infatti nove mesi dopo nacque Paciughino. Pani era sposato e Mina fu allontanata per un paio di anni dalla tivù.
Quell’anno mi ricordo che Zi Bubi, portava dei signori a fare il bagno con la loro barca. Si affiancava davanti a Genesio, preparava la barca e aspettava i signori che abitavano in Via dei Tonni. La barca si chiamava la “Peppa”. A me piaceva una bambina che andava a fare il bagno con loro, ma non ebbi mai il coraggio di diglielo. Pescavo sulla banchina e la guardavo. Mi bastava quello.
Il 10 Agosto la Hit parade era la seguente:
1 Cuore Rita – Pavone
2 Quelli della mia età – Francoise Hardy
3 Abbronzatissima – Edoardo Vianello
4 Sapore di sale – Gino Paoli
5 Grazie prego scusi – Adriano celentano
6 Hey paula – Paul & Paula
7 I tuoi capricci – Neil Sedaka
8 Non ti credo – Peppino di Capri
9 Stessa spiaggia stesso mare – Mina
10 A New Orleans – Adriano Celentano
Tutti i ragazzi che han la mia età
io li vedo due a due passar,
Tutti i ragazzi che han la mia età
han negli occhi la felicità
Et les yeux daus les yeux, et le main dans la main
Solo io devo andare
Sola, sola, senza amore
senza chi mi può dare
un momento d’amore
E la mano nella mano
per andare piano piano
per andare per le strade
e parlare d’amore.
Lennon-McCartney