Publio Nostro: Capo d’Omo – 1943
Il testo con cui apriamo è l’unico non firmato da Publio, ma semplicemente interpretato. È una canzone popolare, e le fonti che abbiamo consultato non la attribuiscono a nessuno. Publio ha scritto di aver conosciuto questa canzone nel 1943.
Più che soffermarci su considerazioni di natura storica, preferiamo dedicarci al significato stretto che Capo d’Omo rivestirà nelle opere di Publio.
Un tema ricorrente, quello di Capo d’Omo, simile alla collina di Edgar Lee Masters nella quale tutti i personaggi di Spoon River trovano l’ultima, estrema dimora.
Questo è un paragone che verrebbe certamente rifiutato da un erudito professore di lettere, ma noi non siamo eruditi e quindi lo facciamo uguale:
Se la collina di Masters è un tema che induce ad una visione pessimistica della vita, e tradotto nella realtà corrisponde al cimitero, Capo d’Omo è invece da intendersi come aldilà, e cioè come una continuazione della vita dopo la morte.
Questo parallelo ci serve, come dicevamo, perchè le due figure hanno lo stesso, identico messaggio finale: solo le anime semplici riescono a trionfare nella vita.
Il testo parla di un giovane in procinto di partire per la guerra, che giura alla sua “bella” che quando ritornerà dal fronte la sposerà.
Bella, non piangere
se vado a Capo d’Omo
bella, non piangere, bella, non piangere
bella, non piangere
se vado a Capo d’Omo
quando ritorno, ritorno ti sposerò!…
quando ritorno, ritorno ti sposerò!…
E le tue lacrime
che a me commuovono
sono l’orgoglio, sono l’orgoglio
e le tue lacrime
che a me commuovono
sono l’orgoglio, l’orgoglio di noi italian!…
sono l’orgoglio, l’orgoglio di noi italian!…
Noi scacceremo
tutti gli invasori
che il nostro onore, che il nosttro onore
noi scacceremo
tutti gli invasori
che il nostro onore volevano calpestare…
che il nostro onore volevano calpestare…
Ritorneremo
a primavera
con la bandiera, bandiera di tre color!…
con la bandiera, bandiera di tre color!…