giovedì, Novembre 21, 2024
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Pila libre

Ci sono volute la chiusura casuale di un ristorante e un'amministrazione comunale un po' attenta con un assessore ex capitano pilarellaio, per intraprendere quella strada che speriamo porti alla "Pilarella" il lustro che merita, purtroppo con qualche secolo di ritardo di cui ci dobbiamo solo vergognare.

La nostra fonte naturale fu dotata di una pila intorno al 1600, nell'insieme delle iniziative prese dal governatore Egidio Nunes Orejon per favorire l'insediamento di famiglie provenienti dagli altri paesi dello Stato dei Presidi nella neonata Porto Santo Stefano (non sono uno storico ma non me lo sono inventato per fare scena: Stato dei Presidi su Wikipedia e rispettiva bibliografia).
In parole povere, la fonte c'è sempre stata, poi è venuta la Fortezza, poi la Pilarella, poi i santostefanesi, poi il Rione Pilarella.
La Pilarella è stata come il seno materno per i santostefanesi, ma non appena l'acqua ci è arrivata a casa con i tubi dell'acquedotto ce ne siamo sbattuti alla grande.
Proprio il 15 agosto di quest'anno abbiamo toccato il fondo grazie a degli ignoti vallaioli, che approfittando dell'aumento di visibilità del loco dovuto alla sparizione del "mausoleo" hanno trattato il muro sovrastante la pila come un muro qualsiasi della Sipa.

Il 6 novembre scorso è stato approvato dalla Giunta Comunale un progetto di riqualificazione della pila che dovrebbe contemplare anche il rifacimento della pavimentazione adiacente e quindi mi pare di capire che intanto "i tavolini e le sedie non ce le mette più nessuno", è già questa è una presa di posizione importante. Adesso non ci rimane che seguire gli sviluppi della cosa pubblica.

 
Nazzareno Picchianti