Quando la classe non è acqua
chi ha fatto dello sport compagno di vita, oltre a Mino Milano di sicuro cito Ettore Gaibisso.
Findi e Giocatore. Entrambi saranno ricordati per queste loro caratteristiche ludico-artistiche. I bambini di ora, che tra qualche anno vivranno con nostalgia i bei momenti spensierati fatti di corse in piazza o di vasche sul lungomare con babbo e mamma, non potranno che non ricordarsi di quei due signori che con la chitarra si dilettavano in accordi armonici e spensierati. "Non vogliamo soldi" c'è scritto in un cartello a terra due metri davanti la loro postazione. Perchè loro, scendono in piazza, attaccano la loro cassa amplificata alla corrente, sistemano i quadri di Findiferro lungo l'ex canaletto della fontana e via con della buona musica cordiale, ottimo sottofondo quando si entra o si esce nella zona che conta.
Le prove vengono effettuate in cima a Via Martiri D'Ungheria, nel magazzino di Findi. La moglie del Grancio ci mandò i carabinieri, perchè non se ne poteva più di sentire strimpellare i due appassionati. Loro, giustamente, non si dettero per vinti. Cuffie inserite nelle chitarre e via.
Findi ha sempre esposto in un modo o nell'altro. L'idea di un accompagnamento musicale è geniale. Un pò come le librerie di ora in città, dove si può gustare una buona tazza di te in compagnia di altri appassionati lettori. La musica è arte, idem per la pittura. Findi e Giocatore uniscono entrambi, riuscendo anche a creare folcklore e tradizione. E quel "non vogliamo soldi" è di una classe unica. Io però l'avrei presi i soldi e magari dati in beneficenza. Sarebbe la ciliegina sulla torta di chi fa del nostro rione un luogo unico ed inimitabile.
La Redazione