Controtavolata: Il Vangelo secondo Binelli
La voce venne sparsa ma ci ritrovammo in pochi. Usando solo gli avanzi della cena, i discepoli montarono qualche plastico tavolo sulla banchina.
Sublime sugo al pomodoro preparato da Baciccia, che arronzò coloro si sedettero a bitta: "piglià 'na sedia no?! Mettiti a sedere come li cristiani!".
L'aroma della pietanza, il profumo della brezza, il sole che bacia il viso e scalda il granito.
In pochi anni giungemmo al massimo. Iscrizione con rilascio kit, pranzo completo con alcolici in dosi controllate, tuffo al Moletto, caprone alla Caletta con fuggi fuggi dei turisti, cori.
I pilarellai tutti insieme, ragazzi, ragazze, creature al seguito, omini grandi.
Era nato un fenomeno degno di seguire le orme della Bindolata.
Parabola della pentola senza tappo
In una delle prime edizioni ci fu l'avvento del pentolone di alluminio. Bombola gas e fornello accesi a mezzodì. "io dico che senza tappo ci vole 'n casino a fa bolli' l'acqua", "Va a cercà 'n tappo", "Ma vai 'n culo, è troppo piccino". Ore 15 "Basta oh, mettemo la pasta, tanto non bollirà mai". 22 minuti di cottura a occhio, risultato immangiabile ceduto in gran parte ai pesci.
Il sugo al tonno però era bono, un forestiero ne prese 3 piatti!
Parabola del tiramisù
"Vai oh, piglià i dolci", "bello 'sto tiramisù chi l'ha fatto", "occhio che sopra c'è 'na tonnellata di cacao in polvere", "Mazzetti lo voi 'n pezzo, è sfranto, te lo imbocco io"… esitazione… inspirazione fatale "Ma vai in cu bffh bffh… 'n culo bffh bffh"
Altre parabole sono ancora inedite.
Ci sono stati dei ragazzi di Varese che per alcuni anni sono tornati a Porto Santo Stefano a Ferragosto solo per poter partecipare.
Quest'anno sarà l'ottavo della Controtavolota ma la decima volta che alcuni pilarellai pranzano sul Molo il giorno del Palio, altri rioni stanno tentando di imitarci ma tanto la Pilarella ce l'abbiamo solo noi.