Il ritorno del figliol prodigo
La più contenta è mamma Grazia. Senza ombra di dubbio. Poi i fratelli, gli zii e i cugini. Anche Luciano, lo zio che non c'è più, ex capitano e primo sponsor di Stefano quando a 15 anni lo vide a bordo di un equipaggio del Paliotto. "Lo vedo bene il mì nipote". Così fu. Un Palietto vinto con la Pilarella nel 2006, un terzo posto nel palio del 2007, un secondo posto l'anno seguente. Poi, lo strappo.
Non più in sintonia con il nuovo direttivo pilarellaio ed ammaliato dagli odori nauseabondi della Sipa, la scelta di gareggiare con l'odiato Valle. Odiato per noi, non per lui che a 19 anni si è si pilarellai, ma ancora in una fase embrionale. "Guzzon schiavo di Ninnarello" riportava uno striscione durante ferragosto del 2009. Servì a poco e non intimitì il ragazzo che vinse un palio alla grande sotto i colori bianco-celesti. Ma la pressione soprattutto degli amici alla lunga ha avuto quello sviluppo naturale. Tanti, anzi troppi, i coetanei pilarellai con cui condividere sabati sera, cene, discoteche. Arrivare al clou dell'estate e diventare dall'oggi al domani il nemico pubblico numero uno, non ti aiuta sicuramente. Quest'anno l'aria del molo era davvero speciale. Già un mese prima del palio le nostre speranze stavano cambiando in sicurezze. Vignate, cene rionali, in massa sui blocci del Moletto. Sempre più convinti. E sempre più a dimostrare che questo sarebbe stato l'anno buono. Stefano, rispetto lo scorso anno, era un pò più solo. Se mentre nel 2009 ogni sera era l'occasione per una pizza, una vignata o un aperitivo con il consiglio vallaiolo, quest'anno gli è mancata quella situazione ovattata che gli avrebbe permesso di evitare certe influenze, certe compagnie. "Se quest'anno vinciamo, girati verso il molo e applaudi" gli disse un pilarellaio che conosceva a pochi giorni dal palio. Detto fatto. Il 15 agosto del 2010 tutto il popolo pilarellaio a festeggiare e lui in piedi a poppa del Grecale a battere le mani verso una cosa di cui aveva un lieve ricordo. L'ultima volta che aveva visto affondare il guzzo rossobiancoblù aveva 8 anni. Troppo poco. E proprio quel momento, con Basler & c. ad esultare, è rimasto impresso nella sua mente. Amici, fratelli, parenti, tutti li a festeggiare e lui, solo, su quel guzzo, con una gran voglia di buttarsi a mare, venire li e gridare "Oh, pure io so pilarellaio". Lo abbiamo capito la sera stessa. Sotto il Comune a salutare tutti, da Zirio a parlare con la gente, in giro alle 3 di notte con noi. Roba da far incazzare Gigi, giustamente, che lo riteneva ancora un nemico. "Il palio si chiude con la festa del rione vincente e fino a quel momento per me Guzzon è del Valle". Come dargli torto. Passata la festa, gabbato lo santo. L'affaire Cucchione ha preso banco, seguito dalla rinuncia di Corrado a difendere i nostri colori nel 2011. Il nome di Stefano è tornato di moda, soprattutto in un momento dove le congiunzioni astrali erano ottimali. Sabato pomeriggio l'atto finale: la firma del cartellino. Tra qualche giorno Guzzon e Franco Loffredo, suo grande amico e soprattutto pilarellaio, partiranno per l'Australia. Staranno li circa sei mesi. Poi, speriamo, che tornino. Non si sa mai, le cose girano bene, donne, ecc. Comunque a maggio saranno di nuovo tra noi. Una nuova avventura, un nuovo capitolo, uno di noi!
Paco Llorente