Il Paliaccio in chiave Palietto
Quest’anno, come non mai, tutti i rioni stanno trovando estrema difficoltà nel comporre gli equipaggi dei più giovani. Sembra ci sia una grossa disaffezione nei confronti della voga, o forse siamo di fronte ad una generazione a cui importa poco delle tradizioni, soprattutto di quella remiera. Le colpe e le responsabilità sono un pò di tutti noi, dai genitori alla scuola, ma soprattutto del mondo del palio che dovrebbe pensare, tra le tante cose, a far avvicinare le giovani leve all’unico discorso a cui siamo più affezionati qua a Porto Santo Stefano.
Nel corso di questi ultimi anni tra colonie rionali, scuole di tifo, incontri nelle scuole elementari, concorsi artistici non sono mancate di certo le situazioni per tenere alta la fiamma delle nostre radici. Ma forse non basta. L’approccio con la voga deve e può essere diretto, diciamo pratico, con la possibilità di toccare con mano il reme e rendersi conto di quanto sia bello poter salire sul guzzo ed emulare i beniamini di Ferragosto.
Alcuni anni fa venne proposto di coinvolgere l’unica scuola marinara che abbiamo, l’Istituto Tecnico Nautico, nel formare gli equipaggi della Festa di Primavera. Da quella situazione diversi rioni pescarono degli elementi che di li a poco avrebbero indossato i body di allenamento di Croce, Fortezza, Pilarella e Valle per poi gareggiare nel Palietto ad inizio agosto. L’iniziativa però non trovo un pieno appoggio di tutti i soggetti coinvolti. Qualcuno lo vide come una parentesi per poi tornare a dare spazio a gente grande che già ha la possibilità di confrontarsi nel Paliotto del 16 e che non ha bisogno di certo della vetrina primaverile. La scuola poi non sviluppò il progetto, cosa che invece poteva servire a coinvolgere gli studenti sia per i crediti formativi che per la sola esperienza marinaresca. In più la scuola poteva sfruttare quel weekend per far conoscere le potenzialità dell’istituto, così da poter promuovere il Nautico tra la popolazione, i bambini delle medie, il forestiero curioso.
La formula era anche simpatica perchè i ragazzi che aderivano nel partecipare venivano estratti e si ritrovavano in un rione che, una volta formato l’armo, si prestava ad insegnare l’arte della voga e magari a fidelizzarsi i ragazzi per un Palietto futuro. Tutto questo è saltato in due anni, un pò per mancanza di voglia, un pò per ritornare volutamente ai vecchi usi e costumi.
Visto che ci si lamenta tanto a giro della mancanza di ragazzi, questa soluzione forse andrebbe rivalutata tra delegato, Ente e Rioni…