giovedì, Novembre 21, 2024
Ad ogni vittoria la sua estate

Ad ogni vittoria la sua estate: 1981

Le luci psichedeliche lo illuminavano a tratti. Dietro la consolle era sistemato come un profeta Arturo, i lunghi capelli sulle spalle, barba, mille collanine variopinte sul camicione ricamato. Mentre con la testa appoggiata sulla spalla destra teneva ferma la cuffia, le mani erano impegnate, una con la sigaretta che si era preparato con certosina pazienza e l’altra a ruotare i dischi…

Her hair is hollow gold,
Her lips sweet surprise.
Her hands are never cold,
She’s got Bette Davis eyes.

She’ll turn the music on you,
You won’t have to think twice.
She’s pure as New York snow,
She got Bette Davis eyes.

(Video non disponibile)

Era quella la prima estate che passavamo allo Strix. Roco buttafuori e Sirio alla cassa che non arrivinceva a fare biglietti. Pienone tutte le sere.

Solo la chiesa riusciva a riempire più dello Strix. Da un paio di anni un giovane parroco di Scansano aveva sostituito dopo una 30ina di anni il vecchio Don Azelio. Faccia improsciuttita, riporto, era il prete che faceva al caso nostro. Grande parlantina riusci dove la Sindachessa non era riuscita. Il paese cambiò radicalmente.

L’estate 1981 è stata particolarmente mediatico-televisiva: si apre infatti all’insegna di un avvenimento varato esclusivamente per la televisione, il Mundialito. Per la prima volta un torneo che non fosse il Mondiale o gli Europei. Ad organizzarlo la neonata Canale 5 di proprietà di un poco più che sconosciuto Silvio Berlusconi. A parteciparvi sono le due squadre milanesi, il Santos e il Feyernord. A vincere sarà l’Inter di Evaristo Becalossi che si guadagnerà il telegatto d’oro di Sorrisi Canzoni TV come miglior giocatore del torneo.

E’ il pomeriggio del 13 Maggio. L’Estate ormai alle porte. Il giorno della Madonna di Fatima, Giovanni Paolo II sta facendo il secondo giro di Piazza San Pietro in Papamobile, quando viene raggiunto da due spari. L’attentatore, bloccato dalla folla, è Ali Agca.

E’ il 10 Giugno quando per la prima volta l’Italia intera rimase per ben due giorni, notte e dì, incollata davanti al televisore. A tenercela è il dramma di un bambino di Vermicino caduto dentro un pozzo. Le telecamere Rai arrivarono in un baleno e non smisero mai di scavare nelle faccie disperate della madre, in quella addolorata di Pertini, in quelle sporche degli eroi che tentavano di recuperarlo. Purtroppo non ci fu nulla da fare, ma da quel giorno capimmo che nulla sarebbe più accaduto senza che l’occhio della televisione lo portasse direttamente nelle nostre case.

Al Moletto i proprietari decisero di smettere di roteare annualmente l’attività. Andrea prese la spiaggia e Evelio il bar, che ormai si stava trasformando in ristorante. Questo interferì anche sulla composizione dell’equipaggio del nostro rione. Infatti, bensì fosse intenzione riconfermare tutti, fummo costretti a sostituire Andrea del Moletto per impegni di lavoro. L’equipaggio era così composto:

Timoniere: Giovani Michele
Capovoga : Palombo Roberto
Secondo reme: Galatolo Nereide
Terzo reme: Ventura Carlo
Quarto reme: Alocci Andrea detto Santa Liberata

La gara fu fatta sotto una violenta maestralata, ma i ragazzi di Cicche vinsero senza ombra di dubbio. Era la seconda. L’anno seguenti saremmo stati ancora a lottare per l’ambita Coppa.

Il Bar Giulia intanto era in mano al duo Sandro e Alberto. Alla sera c’era il pienone e i camerieri quando prendevano le ordinazione scrivevano “forestiero” o “paesano”.

Il tabacchino lo comprò Andrea Schianella.

Intanto quella primavera il ristorante del Messico passo da Vittorio Cappuccella ad una coppia che veniva dalla provincia di Novara. Precisamente dal lago Maggiore. Il ristorante fu chiamato “il Greco”, come il cognome di lui, che di nome faceva Sebastiano. Capelli alla mascagna, naso aquilino, carnagione bianca, abilissimo cuoco. Portò una cucina innovativa. Lei alta, capelli sempre raccolti, grandi occhi, fu subito soprannominata “Bambi”.

Quell’anno il Festivalbar presentava in gara molti cantanti ed alcuni superospiti come Lucio Dalla e Alan Sorrenti. A vincere fu questa canzone:

Non capisco perché
tutti quanti continuano
insistentemente
a chiamarmi Donatella
ho ho ho bella

Guarda dritto avanti a te dottore
chiamami e richiamami è un onore
guarda bene avanti a te signore
chiamami soltanto MISS RETTORE!

(Video non disponibile)

Ma sopratutto è l’estate dei Bronzi greci, trovati a Riace Marina che, dopo il lungo restauro a Firenze, proprio qui vennero “scoperti” dalla folla, nel corso di una mostra che avrebbe dovuto essere breve. Successe il putiferio e per mostrarli alla nazione tutta fu necessario esporli a Roma, dove 345mila persone, una folla mai vista al Quirinale, transitò per vedere questi famosi bronzi i quali, finalmente, giunsero esausti a dimora nel Muso Nazionale di Reggio Calabria.

Uno dei personaggi più caratteristici di quella estate fu senza ombra di dubbio Sterling Saint Jacques, che venne anche qualche giorno in paese, frequentando il Bar Giulia. Era un negro che forse sarebbe piaciuto a Hitler per via degli occhi azzurri, magia delle lenti a contatto, che per far vedere il suo indubbio valore artistico, non trova altro che cantare a torso nudo sui pattini!

Un altro ragazzo di colore movimentava le giornate al Molo. Era Jimmy dalle Isole Mauritius. Appena venne trovò lavoro come mozzo di banchina in darsena al fianco di Franco di Mirra. Poi si avvicinò alla Pilarella dove lavorò al Giulia e anche dal Greco. Ragazzo simpaticissimo, benvoluto da tutti, parlava con la calata santostefanese come se nulla fosse. Dopo alcuni anni sparì nel nulla e non si seppe più niente di lui.

Ha solo 9 anni, una vocetta non eccezionale, ma un babbo che è un guru della musica americana: Don Costa. Lei è Nikka (Costa naturalmente). Tonny Renis odora il business e prova a fargli incidere un brano tratto dal musical Fame: On my own, e come sempre noi italiani abbocchiamo come pesci. In un baleno arriva la primo posto e sarà il disco più venduto dell’ anno. Inutile precisare che a casa sua , nessuno sa chi sia… ma questo si sa, è il paese dove basta avere un difetto fisico o destare tenerezza e subito diventi qualcuno.

Sometimes I wonders where I’ve been
Who I am, do I fit
Make belivin’ is hard alone
Out here on my own…..

(Video non disponibile)

Quelle erano estati in cui a settembre la gioventù santostefanese si trasferiva in massa al Giglio Castello per le feste di San Mamiliano. Erano veramente pochi quelli che rimanevano in paese. Quell’anno partimmo tutti motorizzati. La mia banda, quella di Mignanello, Massimo Pallino, Graziano e tanti altri. Ricordo quella sera che eravamo ai Lombi. Ad una certora decidemmo di tornare a casa. Solo Graziano disse: “No! Io voglio pipà”. “Vabbè Graziano, noi andamo quando hai pipato vieni”. Intanto strada facendo decidemmo di andare in casa di Mignanello e Spalletta a fare mattina. Dopo manco un’ora sona il campanello. Mignanello va ad aprì e si trova davanti Graziano pieno di graffi, insanguinato, jeans e canottiera alla Miguel Bosè gialla tutta strappata: “Che hai fatto Grazià?” “Cugì che pipata!” “Come che pipata? Sei tutto rovinato” “Era na ninfomane! Ma ora dammi na disinfettata” “E co che ti disinfetto? Qui non c’è gnente! Fammi mpo vedè” e si incamminò al gabinetto. Aprì il mobiletto e disse “Grazià vieni qui”. Graziano tutto sciagattato si presentò sulla porta e aspettò. Mignanello gli disse: “Chiude l’occhi”. Prese la bottiglietta del Menne (Man) e la incominciò ad agitare in collo a Graziano come Padre Merrin dell’Esorcista, e Graziano dal bruciore incontrollabile incomincio a gridare e sbattersi in terra manco fosse Regan Linda Blair. La mattina dopo, fuori la porta trovammo la vespa di Graziano tutta ammaccata e piena di rovi.

Il 9 Luglio il Senato vota il nuovo governo Spadolini, la Camera l’11 e il 13 riapre la borsa. La paura (Calvi-Sindona) sta contagiando tutti.

Il 29 Luglio matrimonio in mondovisione per Carlo d’Inghilterra e Lady Diana Spencer.

Si festeggia anche il centenario di Pinocchio, mentre il libro più venduto dell’anno è “Diceria dell’untore” di Gesualdo Bufalino.

L’oggetto dell’anno è il Commodore Vic 20

Alcuni uomini, ragazzi e non, continuano a girare con quell’odioso oggetto che è il borsello a tracolla. Non l’ho mai sopportato. Non ricordo di aver visto un Pilarellaio con il borsello. E a pensarci bene neanche un crociaiolo. Solo fortezzaioli e vallaioli. Insomma roba da micchi.

Continuavamo invece a togliere l’autoradio dalla macchina. O si metteva sotto il sedile, o nel portabaglio, o i soliti che non si fidavano se lo portavano dietro al bar. Quell’estate ricordo che mettevo di continuo una cassetta che sarebbe stata la più venduta dell’intero anno. Una delle canzoni faceva così:

A lovestruck romeo sings a streets serenade
Laying everybody low with me a lovesong that he made
Finds a convenient streetlight steps out of the shade
Says something like you and me babe how about it…..

(Dire Straits – Romeo & Juliet)

Ormai gli L.P. avevano soppiantato i 45 giri, e gli artisti da ogni 33 giri ricavavano almento 4 o 5 singoli di buon livello che li tenevano in classifica per almeno un anno, come in questo caso:

Io ed i miei occhi scuri siamo diventati grandi insieme
con l’ anima smaniosa di chi non sa capire mai…..

(Video non disponibile)

Come valore assoluto credo che però il disco più importante dell’anno sia stato Double Fantasy di Lennon e Yoko Ono. Lennon era stato assassinato a Dicembre dell’anno prima a New York e quella raccolta era come un testamento di uno dei più grandi del Novecento:

Our life
togheter
is so precious
togheter
we have grown
Althought our love
is still special
let’s take a chance and fly away
somewhere alone
It’s been too long
Since we took the time
no one’s to blame
I know time flies
so quickly
but when I see you darling
it’s like we both are falling in love
again
it’ll be
just like starting over
starting over……….

(John Lennon – Starting Over)

I lavori per il nuovo Lungomare erano iniziati, a firma di un nome importante, l’architetto Giorgetto Giuggiaro. I lavori in corso sarebbero durati un paio d’anni.

Intanto tra il Moletto e la Caletta era stata costruita una passeggiata di cemento, dove le turiste si mettevano a prendere il sole. Il posto era il preferito dei ragazzi del Kronos 1991, dei volontari per l’avvistamento degli incendi, che stavano agli Ebrei.

Il film più visto fu “I predatori dell’arca perduta” di Spielberg.

Di quel Settembre al Giglio ricordo pure quando, una notte, o mattina da come si guarda, decidemmo dopo essere stati ai Lombi, di andare a fare il bagno al Campese. Arrivammo sulla spiaggia che non aveva ancora albeggiato e a piedi scalsi si avvicinavamo a riva, quando la nostra attenzione fu richiamata come da dei lamenti che venivano da una specie di fagotto ad una ventina di metri da noi. Non capivamo se i mugolii era di piacere o di sofferenza. Ogni tanto il fagotto si dava una scrollata. Senza un po’ di timore ci avvicinavamo alla “cosa” e più si avvicinavamo e più i lamenti si intensificavano e ci davano un certo brivido. Eravamo tutti sicuri che sotto a quello fagotto che si rivelò un telo-asciugamano ci fosse stato un animale. Oltre a quei mugolii non volava una mosca. Arrivati a tiro Michele si mise davanti a tutti noi e allargando le braccia ci intimò di fermarci e sferrò un tremendo calcio alla “cosa” e scappammo all’indietro. Fu un attimo… Dal telo uscì fuori la testa di Amerigo Malizia che gridò: “Mignanello che cazzo fai!”. Era li sotto con una nobildonna delle nostre parti.

Quel 15 di Agosto la hit parade era la seguente:

1 On my own Nikka Costa
2 Enola gay Omd
3 In the air tonight Phil Collins
4 E invece no! Edoardo Bennato
5 Più su/Galeotto fu il canotto Renato Zero
6 Malinconia Riccardo Fogli
7 Donatella Rettore
8 Chi fermerà la musica Pooh
9 Amoreux solitaries Liò
10 Semplice Gianni Togni

Il cielo è azzurro
il mare e’ blù
per la merendina ci pensi tu
partiamo alle cinque
torniamo alle otto
affittiamo un canotto…..

(Video non disponibile)

Lennon-McCartney