sabato, Novembre 23, 2024
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Una chicca da salvare…

Girando per internet ho trovato alcuni documenti che chiamarli interessanti è sicuramente limitativo. Per il Rione Pilarella, per il Paese, per il Palio. Sono poche righe scritte in modo molto incerto da un ragazzino che veniva da noi a fare la Colonia.

Un ragazzino dell'ex Pitigliani (ex orfanatrofio) di Roma, uno di quelli che noi, senza cattiveria, chiamavamo "gli Ebrei". Leggete con attenzione queste semplici righe e vi renderete conto cosa era veramente il Palio negli anni '50, e l'animo nobile dei vogatori. I nostri vogatori:

ex ragazzi del pitigliani (ex orfanotrofio) (gruppo Facebook)

Spizzichino Angelo
La Pilarella era una scuadra di vocatori che ai tempi nostri era la più forte e noi tifavamo sempre Pilarella. Aspettevamo con ansia il 15 Agosto giorno del pailio. in quei giorni Porto santo stefano si vestiva di festa e si colorava di mille colori e tutti i rioni cioè Pilarella, Croce, Valle, e Fortezza si sfotte…vano come succede tra Roma e Lazio ma con il dialetto Toscano era molto simpatico. poi i giovani usavano dopo che la loro squadra aveva vinto, buttarsi a mare vestiti o fare i gavettoni. La pilarella per noi è grande come lo è oggi la Roma, aveva buoni vocatori di cui c'erano due Gemmelli, Peppe e Carlo, e anche il timoniere Torretto che era bravissimo. Peppe, Carlo e Torretto erano diventati i nostri Idoli e con loro la Pilarella vinse per almeno 12 anni il palio. Molto spesso Peppe, Carlo, e Torretto venivano alla villa a giocare a pallone con Noi. Poi il 15 Agosto facevano anche i carri allegorici e Porto santo Stefano si riempiva di gente.

 

 

 

 

La redazione