domenica, Novembre 24, 2024
Il Palio al Murello

Il Palio al murello: La figura del Capitano rionale

Durante una concitata riunione del direttivo della Fortezza di fine anni settanta, o giù di lì, prese la parola l’allora capitano Baldovino. La frase che uscì dalle sue labbra rimase nella storia e da un idea di come potessero essere i consigli rionali:”Ma chi è il capitano? E allora decido io”. A distanza di anni sono cambiate tante cose, soprattutto i tempi e le abitudini della gente. Ora per decidere sulla data di una riunione bisogna stare attenti che non ci sia la Champions League, prima direi proprio di no. E ‘cambiata anche la prima figura del rione. Il capitano rionale oramai da diversi anni è uno dei tanti. Rappresenta i propri colori durante le riunioni dell’Ente Palio, è soprattutto una carica istituzionale che riporta per filo e per segno le decisioni prese in seno al proprio direttivo. Alla Pilarella è dall’inizio degli anni ’90 che “l’uomo con la fascia” non arriva a 40 anni. Un capitano giovane rappresenta un ottimo legame tra le vecchie generazioni e quelle che si affacciano per la prima volta al mondo paliesco. Un capitano specchio del proprio direttivo in quanto a idee, età e proposte non può e non deve primeggiare sul collettivo. La cosa ci è sempre venuta automatica. Magari l’ultima parola è la sua, ma mai fuori dal coro e in contrasto con gli altri consiglieri. Anzi, a volte la maggioranza ha la prevalenza a prescindere da quella sua. Pare che questo modo di concepire il palio non sia così da tutte le parti. Si parla di rioni dove non si muove foglia se non dopo il consenso del proprio capitano. Ci sembra una cosa davvero di altri tempi, ma, credetemi, esiste ed è attuale. Perchè questo può avvenire? A dire il vero avviene ma non in tutta tranquillità. Anzi, qualche volta c’è chi non rispetta le tavole dei comandamenti e viene escluso automaticamente. Non viene allontanato, ma isolato e l’andare fuori dal seminato comporta l’auto-esclusione. Tutto grazie ad un gioco di accordi sottobanco, cose dette sottovove, di capannelli senza la presenza del peccatore. Agli adepti non rimane altro che appoggiare la parola del prescielto, visto che sulla bilancia vengono messe da una parte il peccatore e dall’altra i giardini dell’Eden. E quando ad alcuni viene fatto rilevare che la cosa non dovrebbe funzionare in questo modo non si fa altro che alzare le braccia a mò di impotenza. Va bèh, in questo paese non siamo tutti uguali. Ad ognuno le proprie gatte da pelare. Una cosa deve essere chiara, però: la dittatura è consentita e non bandita e ognuno viene governato come meglio crede, ma all’interno dei propri confini, perchè quando si ha a che fare con gli altri che sono abituati alla democrazia, ci trovano il padrone.