sabato, Novembre 23, 2024
Il Palio al Murello

Il Palio al murello: Il guardaroba estivo

Prima chi difendeva i colori del proprio rione era di casa. Un paio di scarpe, un calzoncino, una maglietta, una coccarda e via a bordo. Nel ’78 per il memorabile palio rinviato al 16 per lo scontro Valle-Pilarella, Piovino salì sul guzzo con le cacine! Altri tempi. Quest’anno alla Pilarella abbiamo avuto Marco Figara, vice capitano rionale, che si è messo la tutina sacrificandosi per la causa. “Datemi il minimo indispensabile”. Fare il palio nel proprio rione significa sapere le disponibilità e il sudore che ci vuole per arrivare a gestire un annata, poi se si è del direttivo ancora meglio. Marco non è stata una scelta al risparmio, anche perchè è stato l’unico elemento a bordo ad essere subito riconfermato. Dicevamo, i tempi sono cambiati. Camicia, calzoni lunghi, almeno 2-3 magliette, bermuda, due paia di scarpe, tutina personalizzata, borsa, calzini, asciugamani, guantini, cappellino. Senza contare eventuali integratori alimentari, colazioni, pomate, fasciature, fisioterapie, visite medico-sportive, analisi delle urine e del sangue, palestra. Solo di vestiario un vogatore costa dai 600 € in sù, poi se ci mettiamo le altre cose la spesa lievita ancora. Non è ne giusto, ne sbagliato. Questi ragazzi si allenano quasi un anno ed è normale tutto ciò per contraccambiare le fatiche che portano al 15 agosto. Purtroppo tanti mettono il guardaroba al primo posto delle priorità. Non è una novità. Ho visto equipaggi allenarsi come matti e rimanere sorpresi davanti un bel paio di scarpe o una tutina fatta su misura, seguiti da ringraziamenti anche a distanza di tempo. Altri, e credetemi non sono pochi, scambiano il palio come la mamma che li porta a rifarsi il guardaroba. Sembrerà strano, ma per la consegna dei guzzi non diventa preoccupante lo stato di forma dell’armo, di come ci si sente fisicamente e mentalmente. E’ essenziale che la misura dei pantaloni sia perfetta, la camicia giusto collo, la tutina senza l’imbottitura e via discorrendo. Il palio diventa una sfilata bella e buona. Il vero Argentario Fashion è quello delle processioni, altro che Daniele Benvenuti. Il culmine arriva quando qualcuno si domanda:”Ma le tute nce le fate?” Le tute? Ma come, dopo due completi uno da sera e l’altro da sfilata, dopo magliette e cazzatelle varie, ora ci vole pure la tuta? Per che cosa? Cò sti caldi, pure la tuta? “Eh, ma a me me l’hanno sempre fatta”. Mi sembra giusto. E poi che si mettono l’inverno per andare in palestra o per correre in panoramica? Eh si, ci vole la tuta. Nei denti. Magari sei stato tutto il pomeriggio a fa l’accatto e riesci a racimolare 2-3 cento euro per il rione, facendo qualche tessera inaspettata, immagini che con quella cifra ti ripaghi di qualche conto imprevisto dell’ultimo minuto e poi…… Poi ti tocca compra le tute (almeno 500 € e della Nike, mica Sergio Tacchini), perchè a lui ce l’hanno sempre fatte! Devo dire che tra i ragazzi che hanno fatto Palio e Palietto di questi ultimi tempi non ci sono esigenze di rilievo. Si accontentano sempre e noi li ripaghiamo con bell’abbigliamento. Potete chiederlo. Chi invece ha scialacquato nell’oro tra coppe vinte e gloria perenne (la colpa è di tutti, Pilarella compresa) è abituato male e vive alle spalle dei rioni. Spero che di questi personaggi non se ne senta più parlare.