sabato, Novembre 23, 2024
Il Palio al Murello

Il Palio al murello: La premiazione in comune

Alzi la mano chi non è mai stato in Comune dopo la gara del 15 agosto! Pochi, direi nessuno. La vetrina che dà sulla piazza alle 19.30 è strapiena di persone e nei locali al suo interno c’è il finimondo. Ogni anno l’Ente Palio consegna ad ogni rione i pass per poter accedere al palazzo municipale, circa 20 a testa per dirigenti, parenti dei vogatori, ospiti. Le madrine entrano senza pass, così come quelli vestiti di bianco con tanto di fascia (capitani, vice capitani, presidenti). Il conto è presto fatto: circa 100 unità per i rioni. Poi mettiamoci gli ospiti dell’amministrazione comunale, quelli che di solito si vedono al secondo e al terzo piano: circa 50 persone. Poi ci sono quei santostefanesi che essendo dipendenti comunali entrano senza pass: circa una trentina (escluse mogli e figli che qualche volta vengono infilati alla zitta). Poi ci troviamo chi veramente non c’entra niente. Ninnarello “a chi sei figlio” ne è un esempio. Arriviamo ridendo e scherzando a più di 200 persone. Vi sembra questo un ambiente post-palio? Sul balcone non si capisce niente. Ogni anno la premiazione è un terno al lotto: chi non ritira le coppe, chi viene chiamato dieci volte, quando una coppa viene data prima, quando dopo. Un casino. Poi c’è da fare il controllo antidoping e anche qui ci sarebbero da fare delle precisazioni. Urinare nelle provette dopo la premiazione non cambierebbe le sorti delle analisi, ma i signori della federazione vogliono i vogatori appena arrivano in comune, privandoli della premiazione. Mai nessuno si è imposto a questa prassi quando tutti hanno il loro momento di gloria sul terrazzo (compresa la moglie del dipendente comunale che sventola la propria coccarda), mentre quattro protagonisti devono rimanere anche delle ore in attesa del prelievo. Terra di nessuno, lo definirei così il palazzo municipale. Personalmente in quattro anni da capitano non ho mai visto il palio sul terrazzo. Sono sempre andato tra il Giulia e il Grottino e come ogni anno mi sono buttato a mare vestito di bianco con tanto di fascia. Il clima del palio si vive a due passi dal mare e non da un balcone dove non si sente ne odio ne amore. Di aneddoti ce ne sono tanti e potreste scriverli nei commenti. Io di quelli che ho vissuto vi posso raccontare di quando il Pucio si prese con il Cicchetto e il Cucchione, retto da Angioletto e Monaci, venne agguantato per difendere il suo timoniere. O quando l’allora comandante del palio Nazzareno Alocci sorteggiò i gavitelli prima della misurazione del campo di gara, annullando così un estrazione che venne ripetuta dopo che Pesante fece il matto in comune. O quando qualcuno andò in un cesso e prese l’acqua pisciosa non sua per l’analisi. O quando ………… ci sarebbe da scrivere un libro.